Videogiochi e motori: l’evoluzione della simulazione (Parte 1)

L’era del DOS e gli inizi della simulazione

È domenica: Il sole illumina una fredda mattina di ottobre mentre sei al volante della tua auto. Bardato con tuta ignifuga, casco e scarpette da corsa, dài colpetti all’acceleratore cercando il giusto numero di giri mentre guardi con ansia il semaforo rosso e ti godi la musica. Melodia gentilmente offerta dal tuo motore e da quello delle auto dei tuoi amici, lì per una giornata in pista. Mentre la sinfonia riecheggia nell’aria il semaforo finalmente scatta al verde, affondi il piede nell’acceleratore con vigore puntando alla partenza perfetta e alla prossima curva!

Ferrari Formula One (Electronic Arts, 1989)

Chi non ha mai sognato qualcosa del genere? Scommetto di non essere il solo ad averci fantasticato più volte: quando da bambino guardavi il poster dell’auto dei tuoi sogni, i grandi miti del calibro di Senna, Villeneuve, Schumacher, la Formula Uno in tv, la voglia di guidare cresceva e quando le Bburago non bastavano più, volevi qualcosa di più, sentire la competizione, l’azione, l’ebrezza di sentirti lì nella tua auto, a battagliare con Hakkinen per il titolo mondiale?

Chi scrive è nato nella tarda era del DOS, ovvero il Disk Operating System, quella “stranissima” schermata nera con il testo grigio e il cursore lampeggiante che ci porta tanto indietro nel viale dei ricordi. Tante le memorie che tornano alla mente in questo momento, ma forse la più rilevante di tutte riguarda uno dei capisaldi del mondo videoludico/motoristico: la Formula Uno.

Grand Prix Circuit (Accolade, 1988)

Grand Prix Circuit, rilasciato dalla Accolade nel 1988 per il sistema DOS, è stato il mio primo videogioco legato al mondo dei motori. Non furono poche le emozioni passate davanti a quel volante e nemmeno le gare e i campionati che disputai nella mia “carriera”. Nonostante la grafica che sembrava un mondo totalmente alieno (Il mio pc non era molto potente, e la modalità CGA era l’unica alternativa), nonostante le otto piste e nonostante ci fossero tre auto tra cui scegliere (la McLaren Honda MP4/4, la Ferrari F1/87/88C o la Williams Judd FW12)… La mia scelta ricadeva quasi sempre sul Gran Premio d’Italia dopo aver sottoscritto un contratto in Ferrari.

Formula One Grand Prix (MicroProse, 1992)

Ora, bisognerebbe fare una distinzione. È bene precisare che Grand Prix Circuit è da considerare un gioco Arcade, come ormai si usa definire i videogiochi che non si pongono la riproduzione fedele della realtà. Cosa si vuol dire con questo? Per spiegarlo andiamo a scoprire il videogioco successivo. Formula One Grand Prix è un simulatore. La MicroProse stabilì i “requisiti minimi” per un videogioco di corse di successo, tramite l’attenzione ai dettagli. Partendo già dalla grafica 3D all’avanguardia (parliamo del 1992), l’intero weekend di gara e la gestione del campionato, siamo già a un gran miglioramento. Ma il vero punto di forza è soprattutto la fisica utilizzata dal videogioco per creare auto che dessero un’impressione reale di guida, e non fossero soltanto dei “vagoni bloccati su un binario”.

La schermata del Pit di Formula One Grand Prix

Al box è possibile modificare l’assetto dell’auto, modificando il tipo di gomme, il bilanciamento dei freni, la lunghezza delle marce. Tutto questo unito a spazi di frenata realistici, sfruttamento delle scie, i danni alle vetture in caso di contatto e l’usura e cambio delle gomme hanno fruttato alla MicroProse svariati elogi da riviste del settore videoludico e un posto nella storia dei videogiochi, allora un’industria agli albori.

Carlos Sanchez (Ayrton Senna) e Kurt Langer (Gerhard Berger), nell’editor dei nomi di F1GP

In tutto questo, una “piccola” curiosità: Nessuno dei due videogiochi è stato mai affiliato con la FIA (Federation Internationale de l’Automobile), uno dei piloti o una casa costruttrice, eppur vi sono tutti gli elementi originali inseriti nel gioco. Ma, caso ancor più particolare, in Formula One Grand Prix tutto è riprodotto nei dettagli dalle livree ai caschi dei piloti, con l’inclusione dei nomi di case costruttrici e piloti. Eccenzion fatta per l’edizione europea del videogioco! In quel caso, la McLaren Honda diventò McPherson Alpha, e vediamo Ayrton Senna diventare Carlos Sanchez. Fortunatamente, la modifica dei nomi di case e piloti da parte dell’utente era possibile ed ecco così il sig. Ricco Cardinale tornare al suo nome originale di Ivan Capelli e il Sig. Kris Bergen diventare Mika Hakkinen. Insomma, un po’ come Malgani (Maradona) nel noto gioco di calcio PES… Con la differenza che la versione americana del gioco aveva tutti i nomi originali. Come se la saranno cavata?

Oscar Vasso